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positi», nonché «per profondità di dottrina», e ciò attività di servizio, che aveva ardito di parlare in
attestano le importanti sentenze civili e i contri- pubblico di moralità politica e di giustizia sociale,
buti giuridici da lui redatti e pubblicati su perio- commemorando il Re Buono».
dici specialistici di varie città italiane, acquistan- La sua onestà e specchiata professionalità ver-
dosi fama, e portando tali suoi studi «al servigio rà ricordata dal figlio Nicola De Simone Paladi-
dell’ermeneutica legale» (Cfr. “Gazzetta dei Tribu- ni, nell’estate 1902, a pochi giorni dalla morte.
nali” di Napoli XIX, nn. 1878, 1887, 1889, 1905; Accennava ad un grosso pacco anonimo arrivato
XX, n. 2010; “Temi Italica” di Napoli, I, 11, 19; dalla Sicilia, che De Simone aveva ordinato di
“Gazzetta delle Preture” di Napoli, II, 16; “Legge” non toccare. Ma la lettera di alcuni giorni dopo
di Torino; “Bollettino della R. Prefettura di Lecce). di uno sconosciuto di Termini Imerese ne ave-
In materia legale, De Simone ha dato un contri- va fornito spiegazioni, raccontando di aver avuto
buto decisivo alla interpretazione delle antiche giustizia dal giudice De Simone venti anni prima,
consuetudini della sua Lecce, della «quale ha stu- in una difficile questione giudiziaria contro avver-
diato gli usi, i costumi, la storia legale e politica» sari potenti e prepotenti, e finalmente dopo venti
offrendone saggio nel 1865 con la pubblicazione anni si era permesso di spedirgli dei dolci per
di uno Statuto di procedura penale, che la rivista gratitudine, e in considerazione che il giudice era
“Archivio Storico Italiano” giudicò «il migliore dei ormai fuori dalla magistratura.
moderni codici di procedura penale europei, per Luigi G. De Simone è stato soprattutto lo stori-
quanto riguarda «la istruzione del processo pena- co, l’erudito, l’archeologo, il numismatico, il col-
le». (palumbo). lettore di fonti di ogni tipo, studioso di arte, di
Ma, come è inevitabile, l’invidia paesana di se- dialettologia, di architettura, di pittura, di clima-
dicenti studiosi e personaggi altolocati, tra i quali tologia, di toponomastica, di Antonio Galateo, un
l’antagonista barone Francesco Casotti (cognato tuttologo certo disorganico, un raccoglitore zibal-
del Castromediano) col quale fu in costante pole- donesco di cose salentine, fini a se stesse, e non
mica, l’intransigenza, e certe sue asprezze di ca- funzionali a progetti di vasto respiro.
rattere, ne ostacolarono la carriera, influenzando Egli, tuttavia, fu un punto di riferimento costan-
i vertici della Cassazione che, per ben due volte te sia per le istituzioni a Lecce, sia per studiosi ita-
gli cancellò due sentenze in cui De Simone rico- liani ed esteri, con cui entrò in rapporti nazionali
nosceva all’imputato assolto per insufficienza di ed europei, tra questi il Capasso, il Trinchera, il Mi-
prove il diritto di appello, tesi in seguito accolta nieri Riccio, il Vannucci, il De Gubernatis, il Diehl,
nel nuovo codice di procedura penale. La stes- il Gregorovius, il Lenormant, che ne apprezzarono
sa commissione per gli avanzamenti di carriera l’acribia, lo scrupolo, il rigore, l’onestà. Fu il primo
incredibilmente gli aveva tarpato le ali, a causa a sollevarsi, con qualche altro, sulla mediocrità im-
delle suddette sentenze, dichiarandolo “impro- perante in provincia, il primo a frequentare archivi
movibile per indisciplina”. importanti come quelli di Napoli, Roma, Firenze,
Tuttavia, per i suoi concittadini, De Simone era per sfatare favole e leggende, e il primo che dette
il giudice per antonomasia, e il figlio Nicola rac- dignità e serietà alla storia di Lecce e del Salento.
conta l’aneddoto del celebre storico tedesco Fer- Collaborò per un decennio al prestigioso “Archivio
dinando Gregorovius al quale i popolani di porta Storico Italiano”, celandosi dietro lo pseudonimo
Rudiae non avevano saputo indicare l’abitazione di Ermanno Aar, e pubblicandovi note sui dialetti,
dell’archeologo De Simone, finché Gregorovius il folklore, l’archeologia, il diritto consuetudinario,
non aveva spiegato loro che cercava il giudice e via dicendo.
De Simone. Fu inoltre anima della commissione conserva-
La sua totale indipendenza si era rivelata an- trice dei monumenti, promosse campagne di sca-
cora nel 1900, in occasione del suo discorso di vi a Rudiae, l’istituzione del museo archeologico
commemorazione del re Umberto I di Savoia, as- provinciale, la partecipazione del Salento a varie
sassinato a Monza: nel teatro Paisiello, stipato di esposizioni nazionali ed estere, la celebrazione
autorità l’oratore aveva alluso senza remore, con del IV centenario della presa di Otranto del 1880-
scandalo dei perbenisti, e del prefetto Minervi- 81, la ricognizione delle spoglie di Antonio Gala-
ni, ai sistemi malavitosi dell’epoca. Ovviamente teo sul quale raccolse carte e notizie, carteggian-
il prefetto, nell’inoltrare il proprio rapporto al mi- do con biblioteche di mezzo mondo. Fu inoltre
nistero, si era premurato di sottolineare il com- presidente onorario del censimento della popola-
portamento riprovevole di «un alto magistrato in zione 1871, insignito di medaglia d’oro.