Page 107 - Avvocati e Giuristi illuistri Salentini
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106    Avvocati e Giuristi illustri salentini


                    perto  in  questi  ultimi  anni  dalle  leggi  italiane)   fuerat, sic deficiens obiiceretur in morte). Il ba-
                    «secondo la dottrina di Accursio eccellentissimo      gaglio culturale del nostro Ferrari, che abbia egli
                    nostro  ghiosatore,  di  Bartolo  e  di  Baldo  nostri   letto o no anche il Novellino, ma come è ampia-
                    dottissimi Dottori»; o sul celebre Bulgaro, al qua-   mente documentato dall’Apologia Paradossica, si
                    le si sente vicino per comune destino: «essendo       manifesta insomma attrezzato e ben assortito, tale
                    io stato fatto... della condizione del nostro Dot-    da mostrarlo avvocato esperto e probabilmente
                    tor Bulgaro, che disse quel volgato verso ordine      anche brillante oratore.
                    turbato, succedis Bulgare nato»; o, per quanto ri-       Concludo  con  due  puntuali  osservazioni  di
                    guarda il Regno, sui vari Marino di Caramanico,       Custodero,  che  chiariscono  il  titolo,  in  parte
                    Andrea d’Isernia, Matteo d’Afflitto e Marino Frec-    oscuro, per i lettori dei nostri giorni, dell’Apolo-
                    cia, maestri universalmente riconosciuti; o ancora    gia Paradossica e ne illuminano il senso, nell’al-
                    sul grande Pier delle Vigne per tradizione autore     veo  di  una  secolare  tradizione  giuridica:  «per
                    delle «costituzioni, che oggi sono in così verde      non costringere il lettore a ricorrere al vocabola-
                    osservanza», cioè il Liber Augustalis del 1231. E di   rio, paradosso significa anche “fuori della comu-
                    Accursio e Bulgaro mi piace rievocare l’eco nella     ne  opinione”  “delle  aspettative”;  “paradossica”
                    nostra letteratura, nella raccolta del Novellino: del   quindi vuol dire, in parole più povere, “mera-
                    primo, noto per la sua avidità di denaro, per una     vigliosa” o giù di lì»; e poco prima: «la nostra è
                    controversia con i figli in sua assenza arricchiti,   una terra di giuristi, di avvocati e di causidici:
                    di cui rivendicava la ricchezza accumulata («Qui      c’è un’abitudine antica a spaccare il capello in
                    conta di Maestro Francesco, figliuolo di Maestro      quattro, alla ricerca tortuosa del sofisma per di-
                    Accorso  da  Bologna»,  novella  50);  del  secondo   mostrare  di  avere  ragione  a  tutti  i  costi».  Non
                    per la sua proverbiale rivalità con Martino, altro    credo si possa dire meglio di così.
                    dottore dello studio bolognese, a proposito del
                    rispetto scrupoloso della legge («Come l’Impera-      Bibliografia: D. De angelis, Le vite de' letterati salentini, Na-
                    dore  Federigo  fece  una  quistione  a  duo  savi  e   poli, nella stamperia di Bernardo Raillard, voll. 2, 1710-1713;
                                                                          J. a. FeRRaRi, Apologia Paradossica della città di Lecce, a cura
                    come li guidardonò» novella 24) che durò oltre        di a. Laporta, Cavallino di Lecce, Capone Editore, 1977; g.
                    la vita, con la sepoltura nella bolognese chiesa      custoDeRo, Sul filo della storia, Bari, Ed. Levante, 1984.
                    di S. Procolo in due tombe contrapposte presso
                    la porta d’ingresso (ut sicut vivens illi contrarius                                 Alessandro Laporta





                    Fighera Oronzio (Martina Franca, 31 marzo 1731 - Ivi, 7 febbraio 1790)





                        ontrariamente a quanto riferito dallo storico     Primicerio Montanaro e del filosofo Pasquale Ma-
                    CDomenico Nardone secondo cui Fighera sa-             gli  il  quale,  a  sua  volta,  era  stato  discepolo  di
                    rebbe  nativo  di  Gravina  in  Puglia  (naRDone,  p.   Giovan Battista Vico. Vestito l’abito talare, Fighera
                    330), quest’ultimo ebbe i natali a Martina Franca.    fu nominato porzionario della Collegiata di San
                    Nella cittadina murgiana era invece nato e vissuto    Martino.
                    Bonaventura Fighera, padre di Oronzio, il qua-           Nel 1753, sempre nella sua città natale, intra-
                    le, come emerge dall’accurata ricostruzione dello     prese lo studio del diritto sotto la guida di Donato
                    storico martinese Giuseppe Grassi (gRassi, p. 209     Mastrovito.
                    ss.), era un modesto pittore trasferitosi da Gravi-      Intorno al 1755 si trasferì a Napoli dove pro-
                    na a Martina in cerca di lavoro; lì aveva sposato, il   seguì ed approfondì la sua formazione giuridica
                    22 novembre del 1729, Maria Serra e si era stabil-    frequentando i corsi di illustri maestri quali Giu-
                    mente inserito nella vita della città aggregandosi,   seppe Pasquale Cirillo, Alessio Simmaco Mazzoc-
                    nel 1735, alla confraternita laica dell’Immacolata    chi ed Antonio Genovesi.
                    nella cui amministrazione giunse ad avere incari-        Agli anni immediatamente successivi alla lau-
                    chi di un certo rilievo.                              rea risale il primo incarico legale ottenuto dal Fi-
                       Il giovane Oronzio, nato due anni dopo l’unio-     ghera di cui sia rimasta documentazione. L’occa-
                    ne dei suoi genitori, fu precocemente avviato alla    sione di esercitare l’avvocatura arrivò in seguito
                    carriera  ecclesiastica  sotto  la  guida  del  teologo   ad una controversia sorta a Martina Franca tra la
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