Page 111 - Avvocati e Giuristi illuistri Salentini
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110    Avvocati e Giuristi illustri salentini



                    Flascassovitti Leonida (Lecce, 18 febbraio 1840 - Arnesano, 13 agosto 1903)




                        iglio di Panajotti Plascasovitis e Caydo Cof-
                    Fferi, patrioti greci esuli dall’isola di Parga nel
                    1819, all’epoca dell’insurrezione contro i turchi,
                    Leonida  nacque  a  Lecce  il  18  febbraio  1840  e
                    fu battezzato nella parrocchia greca col nome di
                    Leonida  Flascassovitti.  Il  padre,  da  tempo  ben
                    introdotto nel tessuto sociale di Lecce, dove lavo-
                    rava come interprete e caffettiere, lo mise a stu-
                    diare nel convitto “G. Argento” in cui ebbe con-
                    discepoli, cui avrebbe arriso la fama, tra i tanti,
                    Giuseppe Candido, Cosimo De Giorgi, Luigi De
                    Simone, Pietro Palumbo, Leonardo Stampacchia.
                       Qui primeggiò in gare poetiche a tema, di spi-
                    rito patriottico, fin dal 1852, rimanendo fedele ai
                    suoi grandi ideali di patria e religione, “due rag-
                    gi dello stesso sole”, che caratterizzarono la sua
                    vita, affrontando al tempo stesso i primi studi di
                    legge che proseguirà presso la Regia Università
                    di Napoli, conseguendovi a soli ventun’anni, “il
                    primo  grado  di  approvazione”  l’8  agosto  1860,
                    e il dottorato il 3 giugno 1861. Tra i suoi maestri
                    si annoverano i grandi giurisperiti dell’epoca, tra
                    i quali Enrico Pessina che diventerà suo amico
                    personale. Coltivò a lungo la propria vena poeti-
                    ca, a cominciare dal marzo 1861, quando decla-
                    merà versi di sincero patriottismo in memoria di      critica  delle  argomentazioni  avversarie,  la  dimo-
                    Camillo Benso di Cavour.                              strazione che alla fattispecie va applicato il prin-
                       Al suo esordio nel foro di Lecce Flascassovitti    cipio  enunciato.  Quindi  «la  sua  profonda  cono-
                    era perfettamente padrone di ogni ramo del diritto,   scenza dell’antico diritto, e quella dell’evoluzione
                    dal civile al penale, dal canonico all’amministrati-  dell’istituto giuridico, attraverso il diritto interme-
                    vo. La sua preparazione poggiava sulla profonda       dio, sino alla legislazione vigente» (m. De pietRo).
                    conoscenza del diritto romano, della filosofia e del-    La struttura classica del suo argomentare fece
                    la teologia: oltre che avvocato, egli era un cultore   scuola e venne universalmente riconosciuta; così
                    degli studi classici, un umanista di radici greche,   Rubichi, commemorandolo, il 22 dicembre 1903:
                    che non tardò ad affermarsi in ogni parte d’Italia,   «L.  F.  fu  un  giurista  dottissimo  ed  un  avvocato
                    grazie alla propria eccelsa dottrina, all’oratoria ele-  meraviglioso per eloquenza insuperata ed insu-
                    gante, alla stringente dialettica, meritandosi il tito-  perabile, tanto nelle  discipline  penali che nelle
                    lo  di  “Demostene  Salentino”  e  la  pubblica  stima   civili  una  figura  da  non  potersi  rassomigliare  a
                    di  avversari  della  statura  di  Gianturco,  Manfredi,   nessun’altra, un’apparizione nella storia del Foro
                    Pessina, Zanardelli, ecc. In Lecce fu venerato da     che resterà indimenticata» (F. Rubichi).
                    colleghi ed amici della caratura di Angelo Lo Re,        Questo  giudizio  sulla  eloquenza  leggendaria
                    Carlo Losavio, Nicola Bodini, Pietro Trinchera, e i   di Flascassovitti ha attraversato più di un secolo,
                    più giovani Francesco Rubichi e Michele De Pietro.    per il tramite di Michele De Pietro: «l’oratore che
                       Esaminando le sue arringhe e allegazioni giuri-    ha  innestato  sul  tronco  classico  le  gemme  del-
                    diche a stampa, De Pietro vi ritrovava una mirabile   la modernità» (Ivi) e, ai giorni nostri, di Vittorio
                    impostazione classica della difesa: «un prologo con   Aymone:  «l’espressione  vivente  della  eloquenza
                    l’enunciazione del principio giuridico, l’analisi del   classica, il suo progressivo distaccarsi dal formali-
                    fatto improntata ad un rigoroso sistema di concisa    smo astratto, il suo cauto aprirsi “alle grandi voci
                    e misurata esposizione, una serena ma acutissima      del mondo”» (V. aymone).
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