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Avvocati e Giuristi illustri salentini 97
De Simone Franco (Taranto, 1923 - Lecce, 2009)
ella sua vita, ebbe poche ma grandi passioni:
Noltre all’arte, alla storia patria e alla musica
lirica, egli amava fortemente la sua professione di
avvocato.
La passione per l’arte e la conoscenza del-
la storia salentina fu ereditata, probabilmente,
dall’illustre antenato – era il nonno paterno – Lui-
gi Giuseppe De Simone, giurista, alto magistrato
presso la Corte d’Appello delle Puglie, nonché
apprezzato studioso dei monumenti e delle opere
d’arte di Terra d’Otranto.
Frequentò, nel secondo dopoguerra, la facol-
tà di giurisprudenza dell’Università di Bari, nella
quale allora insegnavano maestri del diritto del
calibro di Giovanni Leone e Aldo Moro.
A quegli anni risale l’interesse e la passione per
il diritto e la procedura penale, che lo accompagne-
ranno costantemente durante il corso della sua vita.
Conseguì la laurea in giurisprudenza il 31 otto- assolto con formula piena da tutte le accuse che
bre del 1948, discutendo una tesi dal titolo L’erro- gli erano state rivolte.
re di fatto nel diritto penale (uno degli argomenti Fu patrono di parte civile nel famoso processo
di maggior rilievo dell’intera parte generale, che per l’uccisione della giovane madre ed assessore
forma tuttora oggetto di approfonditi studi). neretino Renata Fonte, conclusosi con la condan-
Svolse poi la pratica forense presso lo studio na di tutti i responsabili.
dell’avv. Giovanni Guacci, al cui fianco egli ebbe Ebbe un ruolo importante nella vicenda dell’omi-
modo di formarsi nella professione, seguendone cidio dell’editore salentino Ivan Cingolani, i cui
i preziosi insegnamenti. familiari si valsero della sua assistenza tecnica, e
Nel 1956 si iscrisse all’albo degli avvocati e di- fu anche impegnato nei primi processi celebratisi
venne patrocinante in Cassazione nel 1972. a Lecce nei confronti della criminalità organizzata
Uomo onesto e leale, faceva impressione per (SCU).
la modestia e la pacatezza d’animo, per il grande Difese, con l’avv. Pietro Quinto, avendo un
rigore morale e per la profonda religiosità; doti, grande successo, i componenti della Commissio-
queste, oggi sempre più rare, che gli valsero l’ap- ne edilizia di Vernole, accusati ingiustamente di
prezzamento e l’affetto di avvocati, di magistrati e abuso di ufficio.
del personale amministrativo di preture e tribunali Ebbe una lunga ed assidua frequentazione con
che era solito frequentare. Studiava i fascicoli dei Michele Paone, con cui condivideva la passione
processi penali con scrupolo e acribia, riuscendo per la storia dell’arte e delle tradizioni salentine.
a cogliere, non di rado, dalle carte processuali E proprio di Paone divenne difensore in una tri-
argomenti utili e decisivi ai fini della strategia di- ste vicenda processuale di cui il noto magistrato
fensiva. Nei primi anni della sua carriera, svolse fu, suo malgrado, protagonista.
con impegno e coerenza l’attività professionale Sposò Maria Cristina Barba, conosciuta negli
non solo nel campo del diritto penale, ma anche anni giovanili, che fu sua compagna per tutta la
del diritto civile. vita, da cui ebbe Anna Rosa e Giulio, che ha segui-
Ebbe modo di dimostrare le sue capacità, uma- to, con impegno e dedizione, le orme del padre.
ne e professionali, in diversi processi, che ebbero Marito premuroso e padre amorevole: nei mo-
larga risonanza presso la pubblica opinione. menti in cui lasciava da parte gli impegni di lavoro,
Alla fine degli anni Settanta, fu difensore, con si dedicava solo ed esclusivamente alla famiglia.
l’avv. Vittorio Aymone, che lo volle accanto a sé,
dell’allora sindaco di Lecce, Salvatore Capilungo, Andrea Cappello