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al fascismo, ma dal suo cuore poi cancellerà ogni
risentimento ed ogni rancore. Nel 1945-46, mem-
bro della Consulta nazionale, svolge un’attività
altamente apprezzata, senatore nella prima e se-
conda legislatura, poi vicepresidente del Senato
dal giugno 1953 al gennaio 1954, dal 18 gennaio
1954 al 16 luglio 1955 ministro di Grazia e Giu-
stizia; nel 1958 si impegna in una lunga battaglia
parlamentare per l’attuazione del disposto della
costituzione relativo all’istituzione del Consiglio
superiore della magistratura; promuove, fra l’al-
tro, la riforma di norme fondamentali del codice
di procedura penale, riguardanti la difesa dell’im-
putato e l’intervento del difensore durante l’istrut-
toria del processo. Non confermato nelle elezioni
del 1958, torna all’attività forense distinguendosi
per aver preso parte come difensore nel processo
relativo all’omicidio Montesi; dal 1958 sino alla
morte è in carica come presidente del Centro
nazionale di prevenzione e di difesa sociale di
Milano. Dopo la parentesi di governo e dopo la
vice presidenza al Consiglio superiore della ma-
gistratura, l’avvocato tornerà ad iscriversi presso
Il progetto di vita di don Michele politico e l’Ordine di Lecce, nel quale aveva cominciato.
giurista si concretizza negli ideali dei sentimenti Di Michele De Pietro le testate giornalistiche
di generosità e di nobiltà d’animo condivisi con nazionali e locali pubblicano gli interventi, di
la compagna della sua vita, Donna Clementina, lui i grandi repertori scientifici tracciano il pro-
attivista e direttrice della rivista “Quarantennio”; filo scandendo i tempi della brillante carriera di
a Cursi, nel 1952 i munifici elargitori donano ministro; l’illustre parlamentare, con la ‘severa e
un immobile con il giardino adiacente alle suo- religiosa eloquenza’ dell’oratore e dell’eminente
re per istituire un Asilo Infantile per raccogliere giurista, suscita e attrae lettori ed uditori quan-
tutti i bambini indigenti…, da essere affidati alle do commemora la figura di Leonida Flascassovitti
cure delle Suore; nel 1969 a Lecce, la nuova sede (“L’Ordine”, 1950) e quando affronta i più scot-
dell’istituto Filippo Smaldone si eleva sul suolo tanti temi politici e sociali: la questione del Mez-
edificatorio offerto dalla nobildonna. Clementina zogiorno è una necessità per consolidare l’unità
aveva sposato Michele, giovanissimo avvocato morale della Nazione… Il Governo ha il dovere
del foro leccese, nel 1911. Egli era nato a Cursi, e il diritto di difendere – in quanto custode del-
piccola cittadina dell’hinterland salentino, ma da la libertà e del benessere morale e materiale dei
sempre grande bacino estrattivo legato alla pro- cittadini – questa tranquillità (“L’Ordine”, 1950).
duzione di pietra leccese; luogo dal quale si di- Il ricordo affidato alle testimonianze di quanti
staccò giovanissimo, per essere avviato agli studi lo conobbero appare ‘dipinto’ nei suoi tratti fisici
giuridici dai suoi genitori Pasquale e Addolorata e morali: l’alta figura che gli anni avevano resa
Pranzo. Conseguita la laurea in giurisprudenza, un po’ curva e tuttavia più possente; gli occhi che
nel 1906 Michele intraprende la professione fo- sapevano essere così fermi ed attenti… il discretis-
rense; nel 1915 la Grande guerra lo recluta tra i simo sorriso che gli increspava soltanto gli angoli
giovani al fronte e lo congeda con il grado di ca- della bocca e faceva dire ai superficiali che Egli
pitano di fanteria. L’esperienza bellica vissuta sul fondamentalmente era uno scettico. Non lo era:
Carso sarà illuminante per il suo intendere la vita dietro i suoi modi signorili e controllati, dietro quel
politica, come impegno morale, scelta consape- sorriso c’era sì l’esperienza spesso amara delle cose
vole. La rigorosa interpretazione dell’uomo nella umane, che frena gli slanci facili e le facili effusio-
società come cittadino e come politico non mu- ni, ma c’erano la più affettuosa comprensione, la
terà neanche nel 1942 quando, in virtù dei suoi più disinteressata dedizione per l’umanità e per i
princìpi, egli subirà il carcere per l’attività ostile suoi problemi di debolezza e di sofferenza.