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90     Avvocati e Giuristi illustri salentini



                    bichi,  Dicembre  1851  -  Gennaio  1918,  estratto   sioni umane, cercava e contorceva gli affetti da
                    dalla rivista “L’Eloquenza”, anno VII, fasc. 17-18,   profondo conoscitore, plasmava gli avvenimenti
                    Selci,  Società  Cooperativa  Tipografica  Pliniana,   secondo il loro volto più umano in rapporto alla
                    1918, p. 14).                                         visione che egli aveva della causa; e dopo aver
                       Altri suoi scritti: Passione mortale, Roma, Ricci,   tenuto l’uditorio attanagliato alla forza delle sue
                    1885; In difesa dei coniugi sigg. D.r Saverio Resci   argomentazioni, sempre confortate da impecca-
                    e Ada Zizzoli contro Vito e Domenica Urso, Lecce,     bile dimostrazione, prorompeva il successo: e ne
                    Garibaldi, 1892; Per Rocco Piccinno: accusato di      conto tanti» (motta, p. 3). In Antonio Dell’Abate
                    omicidio, Lecce, Tipografia sociale, 1921.            gli interessi forensi e giuridici convivevano con
                       Precocemente incanutito, destava un partico-       l’impegno civile e l’amore letterario. La villa che
                    lare fascino. Di lui si ricorda, tra l’altro, l’aneddo-  si fece edificare a Tricase Porto, sul mare, testi-
                    to che avendo un avvocato avversario precisato        monia un animo che voleva guardare la bellezza
                    che egli fosse un ex onorevole, l’avv. Dell’Abate     dell’infinito.
                    rispose pronto: «Meglio ex che x». La sua oratoria
                    fu così descritta: «Quando Egli si levava a parlare   Bibliografia.  c.  motta,  Ricordo  di  Antonio  Dell’Abate,  in
                    taceva ogni voce, e si acceleravano i battiti del     “Salento  Giudiziario”,  anno  II,  n.  5,  Lecce,  maggio  1950,
                    cuore. Da un esordio a mezza voce, calmo e sere-      pp. 1 e 3; g. pisanelli, Notizie su uomini, cose e immagini
                                                                          di Tricase,  Lecce,  Edizioni  del  Grifo,  1990,  pp.  90-93;  e.
                    no si arroventava l’animo dell’oratore quando si      moRciano, I Tricasini, Tricase, Edizioni dell’Iride, 2005, pp.
                    addentrava nel vivo della causa, salendo di mano      133-138.
                    in mano di tono e di enfasi: con parola viva met-
                    teva a nudo i casi più turbolenti delle vita, le pas-                                Hervé A. Cavallera





                    Dell’Aquila Armando (Bari, 6 dicembre 1909 - Taranto, 12 settembre 1989)




                        u avviato agli studi classici dai genitori cav.
                    Favv.  Antonio  Dell’Aquila  e  Laura  dei  conti
                    Gattini di Matera, che avevano la doppia residen-
                    za a Laterza e a Bari. Il liceo dell’epoca richiedeva
                    notevole spirito di sacrificio soprattutto per la se-
                    verità dei professori. Circa un terzo dei suoi col-
                    leghi superarono con lui l’esame di maturità clas-
                    sica, entrando in quella ristretta cerchia di giova-
                    ni pronti a far parte della futura classe dirigente.
                    Presso l’Università di Bari, di recente istituzione,
                    Armando – ci riferiscono i nipoti Franco e Carlo
                    Dell’Aquila – si laureò in giurisprudenza il 18 feb-
                    braio 1934 discutendo la tesi di storia del diritto
                    italiano con il professore Gennaro Maria Monti.
                    L’argomento,  particolarmente  impegnativo,  ri-
                    guardava  nella  prima  parte  lo  studio  sulle  cor-
                    porazioni d’arte e mestieri che prosperarono nel
                    regno borbonico di Napoli tra il 1734 e il 1800;
                    mentre la seconda parte riguardava i Fratanzari
                    (religiosi  che  solevano  partecipare  agli  accom-
                    pagnamenti  funebri  alla  fine  del  1700).  Subito
                    dopo la laurea intraprese la pratica forense pres-    personale degli uffici giudiziari, che soleva spe-
                    so lo studio dell’avv. Giuseppe Cardinali di Bari.    rimentare l’effettiva tenuta dei giovani praticanti.
                    Nei  suoi  ricordi  fu  particolarmente  dura  la  vita   Serietà e senso del sacrificio gli consentirono di
                    del  praticante,  sia  nella  doppia  veste  di  allievo   superare, terminata la pratica, il non facile esame
                    e collaboratore del dominus, sia nei rapporti col     di procuratore legale, prova all’epoca particolar-
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