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Avvocati e Giuristi illustri salentini  37



                    Balsamo Vincenzo (Lecce, 2 agosto 1788 - Ivi, 20 dicembre 1876)




                        incenzo Balsamo, di nobile famiglia prove-
                    Vniente da Messina, stabilitasi a Lecce e a Gal-
                    lipoli intorno alla metà del XVI secolo, nacque
                    a  Lecce  il  2  agosto  1788  da  Gaspare  e  Cecilia
                    Cota e sempre a Lecce morì il 20 dicembre 1876.
                    Intraprese gli studi presso il convitto dei PP. Scolo-
                    pi di Campi Salentina, dove ricevette l’educazione
                    letteraria dal p. Pompilio Cazzella e poi quella ma-
                    tematica dal p. Giuseppe Montenegro dell’Ordine
                    dei celestini. Indi a Napoli si iscrisse alla facoltà
                    di giurisprudenza, dove gli fu maestro il celebre
                    Vincenzo Flauti, e qui conseguì brillantemente la
                    laurea mercé la quale esercitò l’avvocatura civile.
                       Nella capitale partenopea il Nostro, con altri
                    salentini, si infervorò per le idee libertarie tese, tra
                    l’altro, ad ottenere la certezza del diritto garantita
                    dalla Costituzione che il Borbone non volle con-
                    cedere. Il clima in cui si formò Vincenzo Balsamo
                    fu quello giacobino, della Rivoluzione francese e
                    dell’eco della Rivoluzione partenopea del 1799.
                    Giovanissimo, intorno al 1824, aderì alla setta dei
                    Filadelfi, indi fu decisamente carbonaro e fondò
                    l’“Osservatore Salentino”, il primo giornale lecce-
                    se di tipo liberale e assai battagliero, precursore
                    di quelli del 1848.
                       Vincenzo Balsamo ben presto fu il vero capo        coltura e gli strumenti agrari perfezionati. In que-
                    della carboneria di Terra d’Otranto, tante riunioni   sto periodo scrisse su vari giornali diversi articoli
                    di patrioti le tenne presso la propria abitazione,    di agronomia, compresi quelli che riguardavano
                    e fu particolarmente attivo tra il 1817 e il 1820,    l’olivicoltura. Tali articoli e saggi furono ben ac-
                    tra Napoli, Lecce e altrove. Ovviamente non poté      colti dai proprietari terrieri, anche fuori regione e
                    sfuggire alle attenzioni della polizia e al carcere,   perfino dal re Francesco I di Borbone che rico-
                    e venne perciò classificato come reo di Stato di      nobbe lo spessore scientifico del Nostro, al quale
                    seconda  classe,  con  la  motivazione  certamente    conferì l’onorificenza di cavaliere di II classe del
                    non lusinghiera che così lo descrive: «Quest’uo-      Real ordine.
                    mo è irreconciliabile nei suoi principii politici: la    Intanto nel 1827 aveva sposato Anna Boner-
                    vanità di scienziato vi ha avuto parte. Pubblicò la   ba, dalla quale ebbe tre figli, e tre anni dopo lo
                    maggior parte delle sue carte sediziose nel 1820...   troviamo nella loggia massonica leccese “Japigia
                    Prese parte attiva nel far proclamare la costitu-     illuminata”, fondata da Augusto Francot, patriota
                    zione  in  Lecce  sul  semplice  invito  dei  rivoltosi   di origine francese.
                    di Avellino». Sebbene intorno al 1825 vivesse “ri-       Principe del foro leccese e scienziato ormai di
                    tirato” se ne raccomandava la costante vigilanza      fama nazionale, Vincenzo Balsamo fin dal 4 mag-
                    poiché era ritenuto fanatico e pericoloso.            gio 1835 con real decreto fu nominato membro
                       Via via, però, Vincenzo Balsamo, pur restando      ordinario della Società economica di Lecce e nel
                    fervido libertario prese le distanze dalla protesta   1845, quale presidente della Società economica
                    radicale contro il Borbone, anzi fece dimenticare     di Terra d’Otranto, partecipò al VII congresso de-
                    il  suo  periodo  rivoluzionario  per  dedicarsi  alla   gli scienziati, tenutosi a Napoli. Importante fu la
                    professione  forense  e,  poiché  possedeva  oltre    sua corrispondenza scientifica nel febbraio 1847
                    600  ettari  di  terreno  si  dedicò  al  rinnovo  delle   sul diritto divino, scambiata con il prof. Taparel-
                    tecniche colturali diffondendo tra l’altro la bachi-  li d’Azeglio di Palermo. Dopo l’Unità d’Italia, fu
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