Page 45 - Avvocati e Giuristi illuistri Salentini
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44     Avvocati e Giuristi illustri salentini


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                                                                          bile amico, di cui Nicola fu espressione e dove
                                                                          in un certo senso si decideva degli affari cittadini
                                                                          più importanti. Difatti Bodini fu consigliere co-
                                                                          munale, assessore, componente della deputazio-
                                                                          ne  provinciale,  presidente  della  Congregazione
                                                                          di carità. Ma fu da sindaco di Lecce, tra la fine
                                                                          del 1905 e gli inizi del 1906 (lo era stato anche
                                                                          precedentemente per brevi periodi) che potette
                                                                          più  incisivamente  spendersi  a  favore  della  sua
                                                                          città dedicandosi a tempo pieno all’attività poli-
                                                                          tica: si impegnò nella realizzazione di importanti
                                                                          opere  pubbliche,  principalmente  la  costruzione
                                                                          dell’ospedale, e per raccogliere il denaro neces-
                                                                          sario  fu  autorizzato  ad  organizzare  una  lotteria
                                                                          che riscosse grande successo. Del suo sindacato
                                                                          si ricordano inoltre le battaglie per l’approvvigio-
                                                                          namento idrico, per la ferrovia e per l’esclusiva
                                                                          dei  tabacchi.  Erano  gli  anni  in  cui  Cosimo  De
                                                                          Giorgi lavorava all’anfiteatro di piazza S. Oronzo
                                                                          (la sua Lecce sotterranea è datata 1907) e Pietro
                                                                          Palumbo organizzava la Mostra storica salentina
                                                                          pubblicandone il catalogo (1906) che preludeva
                                                                          alla  Storia  di  Lecce:  entrambi  gli  furono  molto
                    studio della giurisprudenza e conseguì la laurea a    vicini, e con tutti e due collaborò proficuamen-
                    soli 21 anni, iniziando subito la sua carriera come   te. Altra sua grande amicizia fu quella con Luigi
                    pretore a Cassano Murge. Rientrato a Lecce eser-      Giuseppe De Simone, del quale aveva promosso
                    citò poi per molti anni la professione nello studio   con entusiasmo l’opera Lecce e i suoi monumenti
                    di famiglia di via Leonardo Prato.                    (1874) come si evince da una corrispondenza fra
                       Abbiamo la possibilità di accennare alle due       i due, e che lo ricambiò con animo grato pubbli-
                    grandi passioni della sua vita, grazie alla precisa   candone un articolo negli Studi Storici in Terra
                    rievocazione che ne fa il nipote Giovanni nella       d’Otranto (1888).
                    Lecce d’altri tempi, delicato e partecipato affresco     Per  quanto  riguarda  l’attività  professionale
                    della Lecce di fine Ottocento in cui non può fare     ecco  come  Giovanni  tratta  l’argomento,  che  va
                    a  meno  di  inserire  alcuni  personaggi  della  sua   inserito nelle costanti dell’animo meridionale ed
                    stessa famiglia. Della passione tipicamente lecce-    è una delle glorie della città capoluogo del Salen-
                    se per i circoli scrive: «I soci si prodigavano per   to: «Centro di cultura di grande importanza era il
                    fare esaudire i voti di tanti postulanti e per fare   nostro Foro cui appartenevano civilisti che divul-
                    del bene. Si occupavano prevalentemente della         gavano erudizione con le loro allegazioni a stam-
                    politica locale non perché eglino – ad eccezio-       pa, rivelatrici di dottrina giuridica e di stile ele-
                    ne dell’avvocato Nicola Bodini e di qualche altro     vato, e penalisti che la divulgavano in particolar
                    – aspirassero ad essere eletti consiglieri provin-    modo nell’aula della nostra Corte d’Assise... Alcu-
                    ciali o comunali, ma perché cooperandosi per la       ni di loro discutevano con veemenza, con enfa-
                    elezione di loro amici o conoscenti, a costoro si     si, arzigogolando la voce; altri pacatamente, altri
                    sarebbero  potuti  rivolgere  efficacemente  per  fi-  con voce stentorea, altri quasi mussitando e tutti
                    lantropici scopi. Ogni volta che dai partiti locali   con bene appropriata chironomia. Nell’ascoltarli
                    erano abbozzate liste di candidati, in quel “Circo-   s’intuiva subito che tutti più che il benessere eco-
                    letto” si discuteva della competenza amministrati-    nomico, l’efficace alimento della fiamma del loro
                    va di quelli e… si deliberava che molti non erano     buon nome professionale e di quello del nostro
                    meritevoli di voti. Insomma quei partiti doveva-      Foro agognavano, sicché essa mai si spegnesse...
                    no  fare  i  conti  e  mettersi  d’accordo  con  esso».   Quanta  poesia,  quanta  arte,  quale  vasta  erudi-
                    Si tratta del cenacolo di notabili, professionisti e   zione erano appalesate mediante le arringhe! E
                    gentiluomini che si riuniva in una stanza attigua     tesi, e ipotesi, e dilemmi, e sillogismi, e sofismi, e
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