Page 46 - Avvocati e Giuristi illuistri Salentini
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Avvocati e Giuristi illustri salentini 45
ipotiposi, e temmirii, e similitudini, e massime, e
aneddoti, e freddure, e analisi e sintesi, ed esor-
di, e mozioni di affetti, ed apostrofi, ciascuno di
loro metteva a profitto pur di essere chiaro, pur di
convincere e di persuadere, pur di ottenere con-
senso, pur di riportare vittoria e plauso». E così via
con uno stile che fa il verso allo stile stesso degli
avvocati, ed il tacito riferimento a quel mondo che
egli conosceva benissimo, al quale apparteneva ed
in cui operava l’avviato studio di famiglia. Fra le
difese del Nostro, in tanti anni di professione, pri-
meggiano quelle a favore dei vari Astuto, Coppola,
Palumbo, Stefanelli, Rossi, Pulli, Epifani, Cavallo,
Erroi, Bosano-Joly, tra le principali famiglie dell’in-
tera Terra d’Otranto, ma le più famose, che fecero
molta impressione e lasciarono vivo ricordo nei
leccesi, restano quelle per il Comune di Lecce con-
tro il Demanio dello Stato e per la “illustre casa”
Dentice contro il Comune di Carovigno, sempre in
tema di usurpazioni demaniali.
Bodini fondava le sue ragioni su solide basi
storiche, conosceva profondamente la questione
ed aveva svolto lunghe ricerche d’archivio: non a
caso la sua ponderosa allegazione, Per la rivendi-
cazione del demanio di Lecce, pubblicata a Lecce
nel 1918, di circa 580 pagine, con una appendice
di documenti di 400 pagine, rimane un punto di Comunicazione su carta intestata dello “studio Bodini”
riferimento obbligato e gli fruttò la fama di “illu-
stre demanialista” come ebbe a definirlo Pier Fau-
sto Palumbo nella sua edizione del Libro Rosso di
Lecce. Fama meritata, perché pochi si occupava-
no di diritto feudale ai suoi tempi e forse nessuno
meglio di lui sapeva districarsi nella selva della
complessa legislazione feudale per tutto il tempo
che fu in vigore e fino all’abolizione della feu-
dalità, con l’ancora più complesso contenzioso
che ne seguì. A rileggerle oggi, quelle sue pagi-
ne, trasmettono all’istante un forte senso civico,
ed emerge l’ideale che le sottende, cioè il trionfo
della giustizia a favore dei suoi concittadini, che
in caso di esito positivo, sarebbero stati reintegra-
ti nel possesso di consistenti benefici arbitraria-
mente sottratti nel corso dei secoli. Ma la senten-
za, che fu sfavorevole, lo amareggiò profonda-
mente e lasciò nell’animo suo uno sconforto ed
una delusione tale da procurargli la malattia che
lo avrebbe condotto alla morte.
La causa fu discussa presso il Tribunale di Tra-
ni, ma già prima, nel 1903 e più tardi nel 1911,
in qualità di consigliere comunale, Bodini si era
reso promotore dell’istituzione di una sezione di
Corte d’Appello a Lecce. Si trattava in qualche
modo, anche in questo caso, di una rivendicazio- Comunicazione su carta intestata dello “studio Bodini”