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                    chi), è scritta nel clima di crisi del primo rifor-   una selva di testi normativi e di dottrine, fa emer-
                    mismo borbonico, e nell’animo cólto di Briganti,      gere le loro contraddizioni e l’inumanità dell’isti-
                    questo piega ad uno scetticismo di fondo, che,        tuto, con ampia esemplificazione di casi e di voci
                    anzitutto nella Prefazione, critica le tradizioni in   che,  quasi  in  coro,  sembrano  invocare  “qualche
                    specie  della  pratica  forense  usando  l’impianto   regia prammatica la quale stermini dal foro questa
                    dettato  da  Bayle,  Le  Clerc,  Gravina,  o  analizza   barbara iniquità”. Pagine davvero magnifiche, im-
                    storicamente le raccolte di leges comuni o patrie     portanti anche per la loro centralità ed estensione
                    secondo il modello culto d’analisi di Baudouin,       nell’opera, che precedono quelle di Beccaria, di
                    Dumoulin, Cujas o addirittura Hotman.                 Sonnenfels e di altri, anche se Briganti non è con-
                       Locke  o  Hobbes,  (citati  sul  punto  volonta-   trario alla pena di morte. La fortuna della Pratica
                    ristico  della  legge)  sono  indicati  in  adesione  e   è legata a tutto questo: sarà riedita nel 1770, e poi
                    mai  in  posizione  direttamente  costruttiva,  men-  ancora nel 1842 e nel 1846, a Napoli, sempre in
                    tre Montesquieu, anche poco citato, offre però,       2 volumi e sempre a cura di Francesco De Marco,
                    nei fatti, l’assetto costituzionale condiviso, come   che ne dichiarava l’importanza “per lo studio stori-
                    mostra  l’analisi  attenta  del  pensiero  di  Briganti   co delle patrie leggi” (ventuRi).
                    sulla giurisdizione feudale. Dunque la critica del-      Sappiamo  anche  che  Briganti,  finché  visse
                    la tradizione e l’analisi storica s’ergono contro il   scrisse diverse aggiunte alla sua opera, non ripor-
                    metodo  dell’autorità  nell’interpretazione  di  testi   tate nella riedizione del 1770, ma ora edite (G.
                    normativi, al fine di scoprire (fuorché, s’intende,   vAllone); una sola tra queste aggiunte fu stampa-
                    in  claris)  la  ragione  ascosa  nelle  leggi,  (i  suoi   ta in foglio volante ed inserita nell’edizione del
                    ‘sodi principi generali’). C’è, allora, una ragione   1755, benché non sia presente in tutti gli esem-
                    alla quale tendono la critica e la storia; c’è una    plari e nemmeno in quello personale dell’autore,
                    ragione che risana il dubbio; ed è perciò vero:       conservato nella biblioteca universitaria di Lecce.
                    Montaigne è, più di altri, l’autore di Briganti; lo      Briganti muore in Gallipoli il 28 dicembre 1762.
                    è più profondamente perché, in verità, una sola          Dalle  sue  opere  apprendiamo  di  sue  allega-
                    intima certezza nasce dal dubbio, ed è di poter       zioni a stampa, non ritrovate e di altre sue ma-
                    scegliere il bene nel caso concreto, è quel canone    noscritte, tutte raccolte, con quelle di altri, in al-
                    interiore, quel ‘retto raziocinio’ o ‘occhio interno’   meno 4 tomi di ‘varie consulte’, perduti. Invece si
                    (anche ‘recta ratio’), che alla fine è sostanza con-  conservano nell’archivio Bardoscia i suoi mano-
                    nettiva d’ogni influsso culturale dei ‘moderni’ e     scritti dei Carminum libri tres latini e delle Me-
                    guida al retto intendimento anche della lex nova      morie familiari, incomplete (A. vAllone).
                    del monarca, che resta, per il Briganti, condizione
                    auspicata e poco praticata d’ogni possibile rifor-    Bibliografia:  F.  ventuRi,  Briganti Tommaso,  in  Dizionario
                    ma.  Una  visione  assai  vicina  al  neoumanesimo    Biografico  degli  Italiani,  vol.  14  (1972),  pp.  259-260;  R.
                                                                          Ajello,  Il Preilluminismo giuridico,  Napoli,  Jovene,  1965,
                    rigorosamente fondato da Gravina (le cui Oratio-      pp. 99s., 111; A. vAllone, Illuministi e riformatori salentini.
                    nes sono presentissime) e, in chiave teoretica, da    Tommaso e Filippo Briganti e altri minori, Lecce, Milella,
                    Vico (G. vAllone). Insomma un tutto che tende a       1983, pp. 50s., 91s.; I. BiRocchi, Giurisprudenza umanistica
                    rimisurare le occasioni della storia sulle esigenze   e diritto patrio in F. Rapolla (1701?-62), in Iuris vincula.
                                                                          Studi  in  onore  di  M.  Talamanca,  vol.  I,  Napoli,  Jovene,
                    della ragione e sull’intervento del re ed a pensa-    2001,  pp.  237-282:  260,  278;  C.  coGRossi,  Alle origini del
                    re la possibile riforma in questa chiave, lontana     libero  convincimento  del  giudice.  La  morale  certezza  in
                    dunque dalle esigenze della storia sociale stessa,    Tommaso Briganti trattatista del primo Settecento, in Ami-
                    e  della  sua  critica  reale,  di  matrice  anche  eco-  citiae Pignus. Studi in ricordo di A. Cavanna, vol. I, Mila-
                                                                          no, Giuffrè, 2003, pp. 475-544; G. vAllone, Tommaso Bri-
                    nomica, all’assetto dei poteri. Tanta complessità     ganti di fronte alla feudalità, in Filippo Briganti. L’età dei
                    di pensiero, è destinata a stemperarsi nel corpo      lumi nel Salento, a cura di M. Agrimi, S. Barbagallo, Galati-
                    dell’opera,  ma  non  a  perdere  le  linee  culturali   na, Congedo, 2010, pp. 81-100; G. vAllone, Pratica forense
                    di  fondo:  uso  sobrio  e  congruo  delle  citazioni,   e ‘regula veri’ al tempo del Vico, in Serta iuridica. Scritti
                                                                          dedicati dalla Facoltà di Giurisprudenza a F. Grelle, a cura
                    non di rado contestate; analisi logica degli istituti   di F. Lamberti, N. De Liso, E. Sticchi Damiani, G. Vallone,
                    che evidenzia l’opportunità delle leges novae in-     vol. II, Napoli, ESI, 2011, pp. 819-852; G. vAllone, Tommaso
                    tervenute non solo di recente, con un effetto di      Briganti, in Dizionario biografico dei giuristi italiani (sec.
                    storicità; infine frequenti auspici di riforma legale.   XII-XX), a cura di I. Birocchi, E. Cortese, A. Mattone, M. N.
                                                                          Miletti, 2 voll., Bologna, il Mulino, 2013, vol. I, pp. 338-339
                       Il celebre titolo (XIII) sulla tortura, ristampato   (voce che qui riprendo).
                    ancora nel 1983 (A. vAllone), risponde a tutti que-
                    sti profili, e con maestria il Briganti, dall’interno di                              Giancarlo Vallone
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