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                    in bronzo fu pronta solo nel 1912. Doveva essere      inaugurazione  del  monumento  a  Vittorio  Ema-
                    collocata di fronte alla stazione ferroviaria dove il   nuele II (1889); Sul disegno di legge per le ferrovie
                    «suo occhio di aquila, di su l’altero basamento lam-  complementari  (1892);  Sul  riordinamento  degli
                    peggerà di contento, nel vedere compiuta l’impresa    istituti  di  emissione  (1894);  Acquedotto  pugliese
                    colossale delle Ferrovie Salentine per opera dei suoi   (1898); Sulla istituzione di una Cassa di credito
                    sudori e della sua pertinacia» (P. PAluMBo, 1915, II   comunale e provinciale (1898);  Sulle conclusio-
                    vol., p. 677). Purtroppo le «bieche ragioni di parte»   ni della commissione relativa al deputato Crispi
                    non si estinsero e il monumento non s’innalzò.        (1898);  Ferrovia  Lecce-Francavilla  con  dirama-
                       Della sua lunga attività restano alcuni testi a    zione Novoli-Nardò (1899).
                    stampa, tra i quali: Al Signor Beniamino de Ba-
                    roni Rossi (1865); Ferrovie salentine (1865); Della   Bibliografia: P. PAluMBo, Gaetano Brunetti, in “Gaetano Bru-
                    linea Lecce-Otranto (1868); A’ suoi elettori politici   netti”,  numero  unico,  Lecce,  Tip.  Cooperativa,  26  maggio
                    (1870); Sulla riforma della legge elettorale (1881);   1907 [ma 1906]; P. PAluMBo, L’on. Gaetano Brunetti e i suoi
                                                                          tempi (1829-1900), 2 voll., Lecce, R. Tip. Editrice Salentina,
                    La Provincia di Lecce contro l’Amministrazione        1915; iD., Gaetano Brunetti, in iD., Lecce vecchia, nuova edi-
                    dello Stato (1881); Discorsi sugli arsenali maritti-  zione, ecc., a cura di P. F. Palumbo, Lecce, Centro di studi
                    mi e sulle opere del porto di Brindisi (1882); Sul    salentini, 1975, pp. 322-325; M. De MARco, Profili biografici
                    disegno di legge per il riparto delle somme da as-    di massoni salentini. Testi e documenti, Lecce, Edizioni del
                                                                          Grifo, 2007, p. 95; M. M. Rizzo, Gli «spazi» provinciali a con-
                    segnarsi alle linee di II e III categoria delle ferrovie   fronto (1914-1922). Il caso Terra d’Otranto, in “Storia e futu-
                    complementari  (1882);  Sulle  convenzioni  ferro-    ro”, rivista di storia e storiografia on line, 25, febbraio 2011.
                    viarie (1884); La provincia di Lecce contro l’am-
                    ministrazione dello Stato (1887); Discorso per la                                          Dino Levante





                    Caiulo Antonio (Brindisi, 19 settembre 1895 - Ivi, 15 giugno 1975)




                        completamento  degli  studi                                       Pietro Sala e l’avv. Giovanni Stefa-
                    Aclassici presso il seminario dei                                     nelli), che lo designò, con l’appro-
                    gesuiti,  Antonio  Caiulo  si  iscrisse                               vazione della Commissione alleata
                    alla facoltà di giurisprudenza pres-                                  di controllo, sindaco di Brindisi, ri-
                    so l’Università di Roma, dove con-                                    vestendo la carica dal 12 giugno al
                    seguì  la  laurea  il  25  marzo  1921;                               16 dicembre del 1944.
                    aveva già partecipato a diciannove                                      La dedizione alla attività profes-
                    anni, al primo conflitto mondiale,                                    sionale fu poi assoluta, privilegian-
                    subendo,  all’età  di  ventuno  anni,                                 do l’avv. Caiulo le aule di giustizia
                    la  prigionìa.  Iniziata  l’attività  pro-                            ai luoghi della “politica”, portando
                    fessionale  riversò  la  sua  passione                                nell’agone  forense  lo  spirito  del
                    politica di socialista puro nelle di-                                 giovane  combattente,  spiegando
                    fese  di  perseguitati  politici,  senza                              le sue qualità oratorie e competen-
                    fini personali di natura patrimoniale; le sue idee    ze giuridiche, e imponendosi come protagonista
                    politiche, per la sua rettitudine morale gli conser-  nell’avvocatura brindisina, e oltre i confini del cir-
                    varono la stima anche degli avversari.                condario, in maniera quasi totale nel campo pena-
                       Nel  1943  prese  parte,  insieme  agli  avvocati   le, pur essendosi interessato di controversie civili,
                    Giovanni Libardo, Mario Marino Guadalupi, Gino        che riteneva formative per la professione forense,
                    Zaccaria, Luigi Amati, Antonio Rosario De France-     nelle quali, per la innata natura di penalista, si era
                    sco, Felice Assennato, al comitato provinciale di     occupato di materie che consentissero di riversare
                    liberazione, costituito in una riunione del 9 agosto   nelle  difese  la  stessa  passionalità  impegnata  nel
                    1943, e operativo fino al 1946, nello studio lega-    penale,  unita  al  rigore  logico,  alla  genialità,  alle
                    le dell’avv. Vittorio Palermo (originario di Ceglie   conoscenze giuridiche, alla razionalità della argo-
                    Messapica, che fungeva da segretario e stese il ver-  mentazione,  alla  consequenzialità  concettuale  e
                    bale della riunione alla quale parteciparono il sig.   alla cultura umanistica che lo facevano apprezzare
                    Guglielmo Cafiero, il sig. Donato Ruggiero, l’ing.    da colleghi e magistrati e lo rendevano popolare.
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