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Avvocati e Giuristi illustri salentini 49
gallo, Galatina, Congedo, 2010, pp. 367s., 385s.; G. vAllo- (sec. XII-XX), a cura di I. Birocchi, E. Cortese, A. Mattone,
ne, Per Filippo Briganti, in F. BRiGAnti, Scritti giuridici con M. N. Miletti, 2 voll., Bologna, il Mulino, 2013, vol. I, pp.
allegazioni di M. Arditi e altri, a cura di G. Vallone, Lecce, 337-338 (voce che qui riprendo).
Centro di Studi Salentini, 2011, pp. IX-LXX; G. vAllone, Fi-
lippo Briganti nel Dizionario biografico dei giuristi italiani Giancarlo Vallone
Briganti Tommaso (Gallipoli, 21 aprile 1691 - Ivi, 28 dicembre 1762)
ommaso Briganti nasce il 21 aprile 1691 in
TGallipoli dal dottor Domenico e da Agnese
Capano, in una famiglia di giuristi originaria di
Racale, si laurea anch’egli in legge a Roma il 2
aprile 1717 (A. vAllone), ma esercita nel foro na-
poletano già prima di tale data (nel 1715) e qui è,
per suo ricordo, ‘avvocato in ruota’ con presiden-
te Gaetano Argento.
Presto rientra in patria e vi sposa, nel 1721,
Fortunata Mairo dalla quale ha molti figli, e tra
questi il noto Filippo e Domenico. In Gallipoli,
unitamente alla professione forense è, con con-
tinuità, anche civico amministratore: in decurio-
nato quasi ininterrottamente dal 1731 al 1747, ed
in altre cariche; più volte, è anche regio giudice
annuale della città. La prima opera a noi nota
del Briganti, è il Degli acquisti et impieghi delle
ricchezze monastiche che si conserva manoscritta
in Sannicola di Lecce nell’archivio Bardoscia, in
due redazioni distanziate di un anno (la prima
datata 1717, e la seconda 1718), entrambe edite
nel 1984, in modo perfettibile. che sono appunto opere processualistiche o ‘di
L’idea di fondo, di un giurisdizionalismo mo- tela giudiciaria’. Anzitutto una manoscritta (sem-
derato, e legata al tema dello snaturamento dagli pre nell’archivio Bardoscia) Prattica civile del
usi di carità dei patrimoni ‘monastici’, piega ad foro provinciale, redatta fino al 1746, con aggiun-
esigenze generali di riforma degli ordini religiosi; te tra il 1747 e il 1751 e dalla quale nel 1983 sono
l’uso dell’erudizione medievistica è acerbo, men- stati editi i primi paragrafi (A. vAllone).
tre è già maturo e prevalente il suo sapere giuridi- Negli intertempi della prima opera, matura an-
co, ma di giurista pratico per metodo, che risolve che la seconda, la celebre Pratica Criminale delle
la sua stessa posizione ideologica sul punto trat- Corti Regie e Baronali del Regno di Napoli, la cui
tato, all’interno di tale sapere, con alcuni spunti fondamentale Prefazione è probabilmente del
già notevoli, come la attenzione al Diplovatazio 1750, mentre la prima edizione è nel 1755, a Na-
annotatore di testi giuridici, il dubbio sulla falsità poli. Notizie di edizioni precedenti sono fallaci.
o meno di certe opere del Commento, e la critica Si tratta di uno scritto profondamente meditato,
alle citazioni ‘velleitarie’. La residenza provincia- con l’effetto d’una fusione equilibrata tra la prati-
le non impedisce, e forse stimola, la lettura dei ca processuale periferica e la più alta cultura eu-
grandi autori del pensiero europeo (ventuRi), ma ropea, come ci si attende da un uomo che sente
al tempo stessa rivela uno spazio teorico per il l’esigenza di scrivere d’aver conosciuto Argento,
giurista pratico, che Briganti intuisce e percorre e di tramandare che suo padre (Domenico) è sta-
e comunica ai figli: la procedura delle ‘Corti Infe- to in studio con d’Andrea.
riori’ o provinciali è molto trascurata dagli scrit- La Pratica, indicata per tempo come testimo-
tori legali che si occupano anzitutto dei ‘supremi nianza precipua del pensiero preilluministico
tribunali’. Nascono da qui le sue opere maggiori, (Ajello), o legata al neocultismo olandese (BiRoc-