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Avvocati e Giuristi illustri salentini 19
Agrimi Alessandro (Lecce, 29 gennaio 1923 - Ivi, 10 gennaio 1999)
lunno modello per studio e per a sottotenente di porto di comple-
Acondotta nella scuola media (fre- mento e di sottufficiale commissario
quentava contemporaneamente e at- di complemento.
tivamente il locale circolo “Borsi” di Venne eletto deputato nella II legi-
Azione cattolica in cattedrale), fu poi slatura (1953-1958), durante la quale,
studente prodigio nel liceo ginnasio tra l’altro, fece parte della Commis-
“Giuseppe Palmieri” a Lecce nel qua- sione speciale per l’esame della pro-
le giunse alla maturità dopo aver su- posta di legge De Francesco n. 1459,
perato il liceo in solo due anni. inerente Norme generali sull’azione
Frequentò con successo l’Univer- amministrativa, della quale fu segre-
sità La Sapienza di Roma, dove si di- tario dal 24 maggio 1955 all’11 giu-
stinse come allievo acuto e si laureò gno 1958.
in giurisprudenza nel 1944. In seguito fu eletto senatore nella
Al ritorno a Lecce dall’università ritrovò i tanti IV legislatura (1963-1968), e confermato nella VI
amici (tra i quali l’inseparabile collega Mario De (1972-1976), VII (1976-1979) e nella VIII (1979-
Giorgi) e fu subito nominato presidente diocesano 1983).
della Gioventù italiana di azione cattolica (Giac) Segretario della Commissione per le regioni a
nel 1946 (della quale fu anche dirigente regiona- statuto ordinario presso la presidenza del Con-
le), diresse il settimanale diocesano “L’Ordine” siglio dei ministri e della Conferenza europea
e in seguito fu nominato presidente provinciale dei poteri locali a Strasburgo, in rappresentanza
dell’Associazione cattolica lavoratori italiani (Acli). della sezione italiana del Movimento federalista
Divenuto avvocato si lanciò nell’attività pro- europeo, il 28 aprile 1963, venne eletto senato-
fessionale, allievo del civilista Pietro Lecciso, ma re nel collegio di Lecce. Diventa segretario del-
soprattutto si avviò a coltivare la passione politi- la Prima commissione parlamentare permanente
ca come servizio, divenendo ben presto dirigente affari della Presidenza del consiglio e dell’inter-
provinciale della Democrazia cristiana. Nelle riu- no e mantiene un’intensa attività legislativa (tra
nioni, nelle assemblee e nei congressi, viene ri-
cordato come «oratore pacato ed elegante, fidando
sulla validità delle argomentazioni addotte, non
sull’enfasi o sul calore» (De GioRGi, p. 6).
Consigliere comunale a Palazzo Carafa a Lecce
dal 1946 per lunghi anni, il 14 gennaio 1961 vie-
ne eletto sindaco di Lecce, il primo democristiano
dal dopoguerra, fino al 1963, con una giunta di
coalizione tra i partiti democratici. Nei due anni
di incarico garantisce alla città la risoluzione di
una serie di questioni importanti, tra le quali il
risanamento delle cave di Marco Vito, il piano
generale per la rete nera fognante, il progetto
definitivo per il nuovo palazzo di giustizia, il fi-
nanziamento completo e l’appalto per il nuovo
stadio comunale e per il nuovo ospedale civile
“Vito Fazzi” (del quale fu anche presidente nei
primi anni ’60), il piano di sviluppo dell’edilizia
economica e popolare. Fu presidente dell’Istituto
autonomo case popolari (Iacp) dal 1951 al 1953,
all’epoca della progettazione e del finanziamento
del rione Santa Rosa a Lecce. Nel 1955 conse-
guì l’idoneità al concorso per titoli per la nomina Alessandro Agrimi con l’on. Aldo Moro