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24     Avvocati e Giuristi illustri salentini



                    sità degli studi, 1944, pp. 263-273; R. De MAttei, Il pensiero   1961, ad nomen; P. ventuRA, in Dizionario biografico dei
                    politico di Scipione Ammirato con discorsi inediti, Milano,   giuristi italiani (XII-XX secolo), Bologna, il Mulino, 2013,
                    Giuffrè, 1963; A. vAllone, Studi su Scipione Ammirato poe-  pp. 57-58.
                    ta, in Studi e ricerche di letteratura salentina, Lecce, Centro
                    di studi salentini, 1959, pp. 29-96; R. De MAttei, in DBI, III,                            Dino Levante




                    Antelmy Giuseppe (Ceglie, 7 novembre 1763 - Ivi, 2 dicembre 1851)





                       ’opera  di  Giacomo  Arditi  sui  comuni  salen-
                    Ltini  (G.  ARDiti,  Corografia,  1879-1885),  nella
                    trattazione di Ceglie Messapica indica tra i per-
                    sonaggi illustri Giuseppe Antelmy, la cui fama di
                    giureconsulto era stata consegnata alla posterità
                    dal pronipote Rocco, pure avvocato, segnalando
                    la pubblicazione nel 1807, in Napoli, del saggio
                    Sorgenti della vera gloria e del potere del Gover-
                    no relative alla felicità dei popoli. Arditi scriveva
                    sull’autore: «...fu dotto giurista, appartenne a di-
                    verse Accademie scientifiche e letterarie nazionali
                    e straniere».
                       Rocco Antelmy (Ceglie, 20 aprile 1834 - 6 feb-
                    braio 1917) nel manoscritto intitolato Ceglie Mes-
                    sapico - Accenni alla sua antichità, a proposito
                    della sua passione per l’archeologia, scaturita dal
                    rinvenimento di reperti di epoca messapica che
                    animarono la città nella seconda metà dell’800,
                    scrive  «...aumentavo  ed arricchivo  il  mio  picco-
                    lo museo, che mi lasciava in legato insieme alla
                    sua libreria quella cima d’uomo che fu il giure-
                    consulto Giuseppe Antelmy mio prozio paterno».
                    Il manoscritto era dedicato «...alla venerata me-
                    moria del giureconsulto Giuseppe Antelmy mio
                    prozio paterno il quale fu uno di quegli uomini
                    illustri che senza ambizione e senza cupidigia in-
                    tesero  solo  a  rendersi  utili  ai  loro  simili...  Con   Frontespizio dell’opera di Giuseppe Antelmy
                    la sua influenza e con la sua persuasiva parola       do il suo nome nella storia giuridica del nostro
                    facea cessare le liti riconciliando gli avversari che   Salento; il giudice di pace era stato introdotto nel
                    si  recavano  da  lui  per  avere  lume  e  consiglio,   Regno di Napoli da Giuseppe Bonaparte con leg-
                    perocché  egli,  oltre  ad  essere  uomo  di  vasta  e   ge 20.5.1808, n. 140 che istituì il “Ripartimento”
                    profonda dottrina, era pure insigne giurisperito; e   del giudice di pace.
                    così salvava tante famiglie da imminente rovina; e       Il  trattato,  di  due  tomi,  costituisce  opera  di
                    per ricompensa si aveva la gratitudine e la vene-     grande valore, modernità e attualità, è ispirato al
                    razione di tutto un popolo, tanto ché il suo nome     Contratto Sociale di Rousseau e, come quest’ope-
                    è ricordato sempre e benedetto».                      ra è denso di citazioni storiche che rivelano le
                       Né l’Arditi, né il nipote Rocco avevano fatto      cognizioni enciclopediche dell’autore.
                    esplicito riferimento alla funzione svolta da Giu-       Nella  trattazione  su  legislazione  e  giustizia,
                    seppe  Antelmy  e  all’esercizio  della  professione   dopo avere espresso la sacralità dei diritti e dei
                    forense; è certa, però, la sua attività nel foro e di   beni dei cittadini, ai magistrati, che sono «...cu-
                    giudice di pace di Ceglie (non ancora Messapico)      stodi delle leggi e dè dritti altrui» raccomanda «...di
                    nel 1813, come risulta da due sentenze da lui sot-    difendere questi a seconda di quelle... Eglino non
                    toscritte (pubblicate da A. conte, 1994) iscriven-    sono autori delle leggi, ma sono i fedeli esecutori
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