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                    le lucerne e candelabri antichi), benché edito nel
                    1792 sotto il nome degli Accademici ercolanensi,
                    è per la massima parte opera dell’Arditi.
                       I riconoscimenti del mondo della cultura, nella
                    sua vita, furono numerosi; viene nominato mem-
                    bro dell’Accademia delle scienze e belle arti ed
                    entra a far parte della Giunta delle antichità. Or-
                    mai di fama mondiale il noto studioso viene ricer-
                    cato in Italia e all’estero. In breve tempo diviene
                    socio  di  ben  diciotto  accademie  italiane  e  stra-
                    niere e vanta amicizie personali con quasi tutti i
                    sovrani europei del tempo.
                       Erudito, visse cercando una sistemazione pro-
                    fessionale  che  gli  permettesse  di  continuare  a
                    coltivare gli studi, senza preoccupazioni finanzia-
                    rie per sé e per la famiglia. Sua fu, infatti, una
                    supplica  al  re  per  la  concessione  della  soprin-
                    tendenza dell’Archivio della regia Zecca, profes-
                    sione  che  gli  avrebbe  recato  maggiori  certezze
                    occupazionali e miglioramenti economici. Intanto      Giuseppe (per fornire di indumenti gli ignudi), a
                    acquistava il feudo di Castelvetere e, avendo il      quella dei Pellegrini (per la cura dei malati).
                    fratello Donato rinunziato in suo favore al titolo       Arditi fu anche un dotato compositore di mu-
                    di marchese, con privilegio reale del 5 luglio 1797   sica, sua è la sinfonia Gioas re di Giuda (su testo
                    otteneva di potersene intitolare.                     di Pietro Metastasio), una sinfonia di Intermezzo
                       Visse quasi sempre a Napoli e poche volte tor-     e le note per il XII Salmo di Davide.
                    nò nella natìa Presicce, ci andò nel 1780, in occa-      Fu  sepolto  nella  chiesa  di  San  Ferdinando  a
                    sione della morte del padre Gaspare, e nei mesi       Napoli e il grande Antonio Canova ne scolpì la
                    della rivoluzione partenopea del 1799. Appartato      tomba.
                    rimase nel Salento sino al luglio del 1801, sempre       Tutte le opere di Michele Arditi furono elen-
                    fedele al Borbone. Tornato a Napoli, poté tran-       cate dal nipote, il celebre storico Giacomo, nel
                    quillamente lavorare durante il periodo francese      volume Corografia fisica e storica della Provincia
                    e murattiano; con decreto del 18 marzo 1807 era       di Terra d’Otranto (1879), alla voce Presicce.
                    stato promosso da Giuseppe Bonaparte direttore
                    generale del museo di Napoli e sopraintendente        Bibliografia: l. GiustiniAni, Memorie istoriche degli scrittori
                    degli scavi di antichità, cariche nelle quali fu poi   legali del Regno di Napoli,  3  voll.,  vol.  III,  Napoli,  Nella
                    confermato da Ferdinando il 2 aprile 1817.            Stamperia Simoniana, 1787-1788, pp. 291-298; c.  De RosA
                                                                          MARchese  Di  villARosA,  Memorie  dei  compositori  di  musica
                       Nella stessa data fu nominato direttore gene-      del Regno di Napoli, Napoli, Dalla Stamperia Reale, 1840, p.
                    rale di tutti i depositi letterari, antiquari e di bel-  6; c. MinieRi Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel
                    le  arti,  mentre  dall’agosto  1816  aveva  retto  an-  Regno di Napoli, Napoli, Tip. Dell’Aquila di V. Puzziello,
                    che la prefettura della Reale biblioteca. Per oltre   1844, pp. 37-38; G. ARDiti, Memorie delle famiglie Conti e
                                                                          Arditi, Napoli, Criscuoli, 1933, pp. 39-47; G. GABRieli, Mi-
                    vent’anni, sino alla morte, alternò all’ordinamen-    chele  Arditi  da  Presicce  moderno  umanista  salentino,  in
                    to  e  alla  conservazione  dei  materiali  archeolo-  “Rinascenza salentina”, VI, 1938, pp. 285-312; t. PelleGRino,
                    gici, numismatici e letterari il loro studio e poi    Nel primo centenario della morte di Michele Arditi, Lecce,
                    l’organizzazione  di  scavi,  la  preparazione  degli   Tip. La Modernissima, 1939; G. Rizzo, Settecento inedito fra
                                                                          Salento e Napoli, Ravenna, Longo, 1978, ad nomen; A. vAl-
                    elementi  per  una  storia  letteraria  e  politica  del   lone (a cura di), Illuministi e riformatori salentini, 2 voll.,
                    periodo aragonese.                                    Lecce, Milella, 1983-1984, vol. II, Giuseppe Palmieri, Astore,
                       Ricordato soprattutto per la generosità, il suo    Milizia e altri minori, pp. 305-324; s. De BlAsi, L’intelligen-
                    sentimento di pietà verso i bisognosi che si con-     za musicale di Michele Arditi, Galatina, Congedo, 1997; f.
                                                                          BRiGAnti, Scritti giuridici, con allegazioni di Michele Arditi
                    cretizzò  in  atti  di  beneficenza  sia  verso  l’Arci-  e altri, a cura di G. Vallone, Lecce, Centro di studi salentini,
                    confraternita reale di San Ferdinando (che per-       2011.
                    metteva alle orfanelle di avere una degna dote e
                    trovare, dunque, marito), sia verso quella di San                                          Dino Levante
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