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di Napoli nel 1734 di Carlo di Borbone, fervente è attualmente dedicata la biblioteca comunale. Le
cattolico, definendolo un salvatore del regno dal- sue principali opere sono: Vita di San Martino,
la tirannia austriaca. Durante questi anni il duca (Napoli, Parrino, ed. 1737 e 1752), in cui oltre alla
di Martina, ostile alla monarchia borbonica, ca- vita del santo narra con esso anche la storia di
lunniò sia Isidoro che Antonio suo fratello in un Martina. Nello stesso anno scrisse Regole numero
memoriale. Per questo il 16 marzo 1737 ricevette sei per isradicare ogni vizio, e per acquistare la
l’invito di recarsi a Napoli presso la Regia Corte perfezione, a beneficio de’ peccatori, e de’ giusti,
ad audendium verbum regium che lo sottopose principalmente de’ sacerdoti (Napoli, Parrino, ed.
a una sorta di processo durato complessivamente 1737, 1742 e 1764). Nel 1749 invece pubblicò in
due anni che gli impose di vivere lontano almeno tre volumi l’Istoria cronologica della Franca Mar-
venti miglia da Martina. tina cogli avvenimenti più notabili del Regno di
Dopo tale episodio fu un fervente oppositore Napoli, (Napoli, Ricciardo, ed. 1749 e 1752, ri-
della politica corrotta ed intimidatoria del duca stampati rispettivamente nel 1980, 1982 e 1983,
di Martina e del suo cortigiano Titta Giacoia, de- in “Umanesimo della Pietra”, a cura di G. Liuzzi)
nunciando a gran voce il frequente connubio di e Novena per impetrare grazie da Dio per inter-
quel tempo tra vescovi e duchi. Vittima di invidie, cessione di S. Martino composta nel 1752. Dopo
gelosie ma anche di minacce, il giovane Chirul- diede alle stampe: Filosofia morale del cristiano,
li in questi anni esercitò con profitto in Taranto ovvero L’etica evangelica necessaria ad ognuno
l’avvocatura. per guida della propria, e dell’altrui coscienza
Il 4 agosto 1740 il Chirulli subì un agguato in proposta con nuovo chiarissimo metodo di virtù,
Martina ad opera dell’arciprete di San Marzano di politica, e di prudenza cristiana dal dottor d.
e di altri sacerdoti di Grottaglie, mandatari della Isidoro Chirulli ex-arciprete della città di Marti-
curia di Taranto. Ne seguì un parapiglia tra popo- na, diocesi di Taranto (Napoli, Parrino, 1754) e
lani e gli stessi assalitori. Frutto di un tranello or- Meraviglie operate da Dio registrate nell’antico
dito dal duca di Martina e dal Giacoia, del quale Testamento, (Napoli, Parrino, 1759).
Chirulli subiva la gelosia per il consenso riscon-
trato tra il popolo, l’episodio costò al Chirulli la Bibliografia: A. centoMAni, Difesa de’ particolari cittadini di
scomunica nel novembre dello stesso anno. Per Martina, pretesi rei di esimizione, e tumulto. Da esaminarsi
tale motivo il 18 novembre si recò a Roma per nel S.R.C. a relazione della Vicaria criminale, Napoli, Sacro
perorare la propria causa ed essere ricevuto da Regio Consiglio, 1742; c. villAni, Scrittori ed artisti pugliesi,
Trani, Tip. Vecchi, 1904; G. chiARelli, Notabilità Martinesi.
papa Benedetto XIV. Il 7 gennaio 1741 un decre- Saggi biografici, Martina Franca, Acquaro Dragonetti, 1925;
to sanciva l’assoluzione dall’interdizione e dalla G. GRAssi, Il tramonto del secolo XVIII in Martina Franca,
scomunica del Chirulli, restituendoli la dignità di Taranto, Tipografia Arcivescovile, 1926, pp. 9-10; M. Pizzi-
arciprete che avrebbe conservato fino alla rinun- GAllo, Uomini e vicende di Martina Franca, Fasano, Sche-
na, 1986, pp. 221-227; A. PAnzettA, Una regola di vita per i
cia, avvenuta a 84 anni nel 1767. Nel 1747 sulla cristiani proposta da Isidoro Chirulli (1683-1771), in “Rivi-
pianta della vecchia chiesa avviò i lavori per la sta di Scienze Religiose”, 20, 2006, pp. 305-325.
costruzione della collegiata di San Martino. Morì
il 16 novembre 1771 a Martina Franca, ove oggi Daniele Lo Cascio
Martina Franca, piazza Garibaldi in un’immagine dei primi del Novecento (coll. A. Sabato)