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Avvocati e Giuristi illustri salentini  75











































                    Alfredo Codacci-Pisanelli in una cartolina viaggiata dei primi del Novecento (coll. A. Sabato)

                    nalistica” politica fiscale del governo. Così definì   1919,  nel  timore  di  una  sinistra  sovversiva:  «La
                    il suo collegio di Tricase nel suo intervento del     forza sociale (…) viene dalle tre grandi e per noi
                    13 maggio 1897 in Parlamento: «povero e civilis-      infrangibili molle temprate ed offerte dall’eterno
                    simo collegio rurale a cui lo Stato appare esclu-     diritto di Roma al più sano svolgimento dell’attivi-
                    sivamente nella figura del Fisco». Tra il 1904 e il   tà umana: la proprietà individuale, la famiglia e la
                    1906 fu sottosegretario di Stato al Tesoro, prima     successione» (Oro e acciaio, pp. 62-63). Nelle ele-
                    col governo Giolitti poi col governo Sonnino. In      zioni del 1921 aderì alla lista del Fascio nazionale
                    seguito dal 1909 al 1910, col II governo Sonni-       per essere eletto nel nuovo collegio provinciale
                    no  fu  sottosegretario  all’Agricoltura,  Industria  e   di  Lecce.  Fu  rieletto  nel  1924  nel  collegio  uni-
                    Commercio.                                            co  della  regione  pugliese.  Come  Salandra,  non
                       Liberale di destra, ebbe, dopo la concessione      partecipò  all’Aventino,  senza  peraltro  schierarsi
                    del suffragio universale maschile, attuato da Gio-    apertamente  per  il  fascismo  e  quindi  divenen-
                    litti, un duro scontro nel 1913, sempre nel suo       do marginale nella vita politica italiana. Nel 1928
                    collegio di Tricase, con il radicale Domenico Ca-     successe al Salandra sulla cattedra romana di di-
                    puto, anche lui tricasino, avendone la meglio. «La    ritto amministrativo. Morì a Roma nella sua casa
                    posizione di Codacci era difficilmente insidiabile:   di via Tagliamento.
                    egli godeva di grande prestigio e di notevole in-        Tra le onorificenze ricevute: cavaliere della co-
                    fluenza nel collegio non solo per la sua opera di     rona d’Italia (1892), commendatore della corona
                    parlamentare e di uomo di governo ma perché           d’Italia (1904) e dei SS. Maurizio e Lazzaro (1904),
                    egli aveva una visione complessiva degli interessi    grande ufficiale della corona d’Italia (1913).
                    della sub-regione» (GRAssi, 1989, p. 773). Si avvi-      Di là dai numerosi saggi scientifici, tra i suoi
                    cinò,  sempre  politicamente,  alle  posizioni  con-  volumi:  Le  azioni  popolari,  Napoli,  Marghieri,
                    servatrici di Antonio Salandra e fu nominato, nel     1887;  Legge  e  regolamento,  Napoli,  Bellisario,
                    1914 componente del Comitato nazionale parla-         1888; Il dogma della sovranità popolare, Pisa, Ni-
                    mentare della cooperazione presieduto da V. E.        stri e C., 1891; Scritti di diritto pubblico, Città di
                    Orlando, a cui era vicino scientificamente.           Castello, Lapi, 1900; La riforma delle leggi sulla
                       Interventista  e  aderente  al  Fascio  parlamen-  giustizia amministrativa, Milano, Società Editrice
                    tare, fu rieletto nel 1919 nel collegio di Tricase    Libraria, 1916. Vanno altresì ricordati i numerosi
                    in un lista antinittiana. Come disse nel discorso     volumi di Lezioni di Scienza dell’amministrazio-
                    pronunciato alla Camera dei deputati il 10 luglio     ne, raccolte nel corso degli anni, dai suoi allievi,
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