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Avvocati e Giuristi illustri salentini  61


                       Federico  si  forma  e  vive  a  Napoli,  e  subito   e Raffaele Damora la Difesa del Cagliari presso la
                    dopo la laurea in giurisprudenza, entra nell’avvo-    Commissione delle prede, e de’ naufragi.
                    catura, con evidente inclinazione al penale e di-        Del suo modo di parlare a difesa, il Calà Ulloa
                    verse delle sue allegazioni a stampa, com’era uso     dice ‘Castriota ha un modo di discutere netto, cal-
                    del tempo, aggiungono alla sua anche la firma del     mo, sottile e trionfa facilmente sulla violenza del-
                    celebre  Giuseppe  Poerio,  mentre  altre  rivelano   le aggressioni’, ma già Nicola Sole, che gli dedica
                    interesse al contenzioso fiscale, contabile e anche   i Pensieri poetici sulla eloquenza del foro penale,
                    alla civilistica, nella quale, a volte, sottoscrive con   poi raccolti nei Canti, ne esalta la ‘voce possen-
                    giuristi dello spessore di Domenico Capitelli (Per    te’ e ‘la armonia feconda della parola’. Propenso
                    i fratelli Volpicelli, 1840). In ogni caso è notevole,   anche agli studi teorici, con inclinazione casistica,
                    e rivela il carattere tecnico della sua formazione,   compila, con Camillo Longo e con altri, l’‘Indice’
                    la tendenza al ragionamento processualistico sia      (tematico e critico) della Gazzetta dei Tribunali,
                    penale che civile.                                    almeno nei primi tre anni (1846-1848).
                       Di sentimenti liberali, e considerato presto uno      Collega, conterraneo e amico appunto di Libo-
                    dei maggiori penalisti del foro napoletano, divie-    rio Romano, è elevato alla magistratura nel perio-
                    ne, con evidente coraggio, il principale avvocato     do ‘costituzionale’, quando Romano era influente
                    di  tutta  l’insorgenza  risorgimentale  del  Mezzo-  membro del Governo, con decreto del 27 luglio
                    giorno, e da questo gli deriva fama grandissima.      1860 (Giornale costituzionale del 27 VII 1860, nr.
                    Difende Silvio Spaventa nel processo politico del     163, p. 652); e come consigliere della Suprema
                    ‘Quindici maggio’ (1848-1852); poi, in un vasto       Corte di Giustizia, il 23 novembre 1860 sottoscri-
                    collegio di difesa, dove compare anche Giuseppe       ve  con  gli  altri  Consiglieri,  e  con  il  presidente
                    de Vivo, suo collaboratore di studio, difende Set-    Niutta, la dichiarazione del risultato generale del
                    tembrini e Carlo Poerio, ma anche Michele Piron-      Plebiscito (21 ottobre) per l’unione delle province
                    ti, Filippo Agresti, Nicola Nisco, Cesare Braico e    continentali dell’Italia Meridionale alla monarchia
                    altri, nel processo per la ‘setta dell’Unità italiana’   costituzionale di Vittorio Emanuele II che diverrà
                    (1850-1851);  e  forse  rende  bene  il  tratto  anche   nel marzo 1861 il Regno d’Italia.
                    umano  del  giurista,  il  racconto  della  visita  che   Nell’Italia unita sappiamo che fa parte fin dalla
                    egli fa alla famiglia di Settembrini, dopo il pro-    istituzione (6 febbraio 1861) della Commissione
                    cesso, e che Settembrini riporta in un frammento      per  gli  studi  legislativi,  presieduta  da  Pasquale
                    delle  Ricordanze  affidato  all’io  narrante  di  sua   Stanislao Mancini. Muore in Napoli il primo set-
                    moglie:  «Dopo  un  poco  venne  da  me  l’egregio    tembre 1866.
                    avvocato Castriota, e pieno di affetto e di dolo-
                    re mi assicurava della grazia per te e pel signor     Bibliografia: Archivio di Stato di Napoli, Manoscritti genea-
                                                                          logici delle famiglie nobili dell’Italia meridionali di l. seRRA
                    Agresti, mettendo in dubbio quella pel Faucitano:     Di GeRAce, vol. III, p. 990; n. sole, Canti, Napoli, Nobile,
                    io sentiva dolore per tutti, sperava e non sperava,   1858, pp. 61-85; P. cAlà ulloA, Pensées et souvenirs sur la
                    e mi sentiva straziare. Volle leggere la tua lettera   litterature  comtemporaine  du  Royame  de  Naples,  vol.  II,
                    e  pianse  e  si  costernò  molto,  me  ne  domandò   Genéve, Cherbuliez, 1859, p. 269; B. MARciAno, Della vita
                                                                          e dei fatti di Antonietta De Pace, Napoli, Pierro e Veraldi,
                    una copia, che io poi gliela mandai. Andato via       1901,  p.  55;  A.  MonAco,  Luigi Leanza 1788-1854. Docu-
                    il signor Castriota, io restai con i figli, e con la   menti e ricordi, Roma, s. e. 1920, pp. 94, 137, 141-142; s.
                    Agresti...».                                          sPAventA, Dal 1848 al 1861. Lettere, scritti, documenti, Bari,
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                       Castriota ha difeso in altre occasioni anche Luigi   Laterza, 1923 , p. 121; G. PAlADino, Il processo per la setta
                                                                          ‘L’Unità italiana’ e la restaurazione borbonica dopo il ‘48,
                    Leanza e Piersilvestro Leopardi; ancora, nel 1855,    Firenze, Le Monnier, 1928, pp. 162, 175, 180; l. setteMBRini,
                    Antonietta De Pace, nel celebre processo politico,    Ricordanze della mia vita, a cura di A. Omodeo, Bari, La-
                    seguito da tutta la stampa europea, e nel quale       terza, 1934, vol. II, p. 271; A. Genovese, La riforma della Fa-
                    interviene Liborio Romano come testimone a di-        coltà di Giurisprudenza e l’introduzione dell’ordinamento
                                                                          giudiziario nelle università italiane. 1859-1865, in Univer-
                    scarico. Invece rifiuta la difesa di Agesilao Milano   sità e professioni giuridiche in Europa nell’età liberale, Na-
                    che, nel dicembre 1856, aveva attentato alla vita     poli, Jovene, 1994 pp. 143-144 nota 77; G. vAllone, Dalla
                    di Ferdinado II. Interviene anche contro il seque-    setta al governo. Liborio Romano, Napoli, Jovene, 1999, pp.
                    stro  del  piroscafo  Cagliari  (quello  della  infelice   350-351;  v.  lisi,  L’Unità e il Meridione. Nicola Mignogna
                                                                          (1808-1870), Lecce, Lupo, 2011, p. 66.
                    spedizione  del  Pisacane)  operato  dalla  marina
                    borbonica,  sottoscrivendo  (1858?)  con  Gennaro                                     Giancarlo Vallone
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