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                    questo fu processato e condannato all’esilio (A.S.Le,   piano  regolatore  che  espanse  verso  est  la  città
                    Associazioni..., fasc. 699, 735, 791, 805) che scon-  liberandola da molte servitù militari – l’apertura
                    tò a Leporano nella casa del suocero, il letterato    della  biblioteca  al  pubblico  uso,  la  costruzione
                    Gaetano Sassi, di cui aveva sposato la figlia Cle-    della  ringhiera  su  corso  Vittorio  Emanuele  II  e
                    mentina. Tenuto sempre sotto stretta sorveglianza     l’acquisto da parte del comune del Museo Ceci e
                    (A.S.Le, Vigilanza..., fasc. 2100, a. 1851), nel 1851   dei giardini del Castello (guaDagnolo).
                    fu incarcerato (A.S.Le, Detenuti, fasc. 3114, a. 1853).   Morì  a  Taranto  il  23  agosto  1874  (A.S.D.ta)
                    La sua fortuna cominciò con la caduta dei Borbo-      stroncato da un male incurabile. Patriota, avvoca-
                    ne. Dal 1860 al 1862 fu sotto-prefetto a Gallipoli e   to, oratore, letterato e amministratore, De Cesare
                    si distinse per la lotta al brigantaggio: il De Vincen-  – come afferma il pignatelli – fu un modello per
                    tiis (p. 130) riferisce che a causa di una calunnia   generazioni di avvocati tarantini: in un sua epi-
                    fu costretto ad abbandonare la carica e a dedicarsi   grafe del 1906 Alessandro Criscuolo ne esaltò le
                    all’avvocatura nella sua Taranto (nel frattempo ave-  virtù definendolo «Maestro nostro e dotto amico
                    va conseguito la laurea dottorale).                   dei responsi eterni di Roma latina e delle nuove
                       Di questa sua attività restano alcune memorie      leggi codificanti le pubbliche libertà della Terza
                    difensive date alle stampe tra le quali si segnala    Italia» (De palma, app. doc. 9).
                    le Ragioni del regio economato de’ beneficj con-
                    tro il capitolo di Taranto (Taranto, Tipografia Na-   Bibliografia: e. pignatelli, Figurine dei tempi passati, in “Il
                                                                          Rinnovamento”, 1883; l. De Vincentiis, Storia di Taranto -
                    zionale, 1866) che può essere identificata come       Uomini celebri,  vol.  V,  Taranto,  Tip.  Latronico  1879,  pp.
                    la «causa complicata» discussa dal De Cesare con      127-137; m. guaDagnolo, I sindaci di Taranto dal 1200 ai
                    successo  davanti  la  Gran  Corte  Civile  di  Trani   nostri giorni, Taranto, Scorpione, 2010; R. De palma, Dal
                    di cui parla il De Vincentiis (p. 130). Esponente     Pritaneo  alla  cittadella  della  giustizia.  Cinquant’anni  di
                                                                          vita forense, Taranto, 2001.
                    del  partito  liberale,  il  15  febbraio  1865  pubbli-  Fonti archivistiche:  Archivio  di  Stato  di  Lecce  (=  A.S.Le),
                    cò il suo programma elettorale su “La Colomba         Associazioni segrete e reati contro lo Stato, fasc. 699, 735,
                    d’Archita”, dove esaltò le funzioni di comuni e       791, 805 (anni 1850,1851, 1855, 1856); Vigilanza sugli at-
                    province e rivendicò l’esigenza di una moralizza-     tendibili, fasc. 2100, a. 1851; Detenuti, fasc. 3114, a. 1853;
                                                                          Archivio Storico Diocesano di Taranto (= A.S.D.ta), Atti di
                    zione della politica. Fu dunque eletto sindaco di     Morte, anno 1874, p. 43, n. 127.
                    Taranto e tenne la carica dal 1867 al 1869: a lui
                    si deve l’attuazione del “Piano Conversano” – il                                  Francesco Mastroberti





                    De Francesco Antonio Rosario (Mesagne, 18 luglio 1901 - Ivi, 6 ottobre 1968)





                      l  direttorio  del  Sindacato  fa-                                    ne nella professione attiva il 17
                    Iscista  avvocati  e  procuratori                                       gennaio 1939.
                    per  la  circoscrizione  del  Tribu-                                      Antonio  Rosario  De  France-
                    nale  di  Brindisi,  appartenente                                       sco si era laureato presso l’Uni-
                    alla Confederazione fascista dei                                        versità di Napoli ed esercitò per
                    professionisti e degli artisti, nel-                                    circa  quarant’anni  l’attività  fo-
                    la tornata del 28 novembre 1938                                         rense nella città di Mesagne, ove
                    iscrisse  nell’albo  degli  avvocati                                    viveva,  impegnandosi  sia  nel
                    De  Francesco  Antonio  Rosario,                                        campo civile che in quello pena-
                    in  accoglimento  della  sua  do-                                       le, pur manifestando preferenza
                    manda  del  18  novembre  1838                                          per la difesa penale, riversando
                    nella  quale  dichiarava  di  avere                                     nella professione la sua natura-
                    esercitato la professione di pro-                                       le impetuosità che gli proveniva
                    curatore legale per il prescritto                                       dalla sua imponente costituzio-
                    sessennio, con iscrizione nell’al-                                      ne fisica, dal suo modo vivace e
                    bo dei procuratori con anzianità                                        rumoroso di esprimersi, ingenti-
                    dal 23 febbraio 1928, prestando                                         liti dal portamento elegante che
                    il  giuramento  per  la  immissio-                                      gli dava un aspetto di severità,
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